amore: da consumarsi preferibilmente entro il
Nei mesi di gestazione – forse – c’ è chi va in overdose, mentre altri proprio non ne assimilano.
Ci sarà un tempo fisiologico entro cui smaltire l’eccesso di attenzioni, o assorbirne il senso al punto da divenirne sorgente? Esiste una data di scadenza, oltre la quale ci si trasforma irreversibilmente in esseri anaffettivi?
Mi guardo intorno, e la sensazione è che siamo un popolo di imbroglioni. Mentiamo a noi stessi certi di farci belli e felici. A volte non diciamo proprio nulla, nella convinzione che tacendo nessuno capisca i nostri subdoli intenti! Ci raccontiamo un sacco di balle, perché la vita è già così tanto difficile di suo. In altri casi, invece, alziamo la voce diventando aggressivi e prepotenti, perché la ragione va fatta valere – non ci si può far mettere i piedi in testa da chicchéssia!
La verità è che non sappiamo più cosa sia l’amore. Oppure, ne abbiamo finite le scorte.