Il dolore è di chi lo sente
Temo di avere qualche problema nel liberare i pensieri, gli stati d’animo e le emozioni. Questa custodia blindata mi limita notevolmente, mi chiude spalle al muro nell’ unico vicolo cieco in cui la mia folle immaginazione mi costringe.
Forse è per questo – o anche – che quest’ anno l’intestino e tutto l’apparato digerente, non smettono di farsi sentire.
Per anni ho sofferto di mal di testa. Ero bambina, e la mia compagna di gioco sempre presente era cefalea. Con lei sono cresciuta. Ho imparato a fare di tutto in sua compagnia, dai compiti di scuola alle chiusure di bilancio in ufficio. Tutto. Oltre trentanni di mal di testa non mi hanno dato tanto fastidio quanto questi ultimi di mal di pancia. La nota positiva, è che ne ho scoperto la causa: somatizzo. E’ assai probabile che lo facessi anche quando soffrivo di cefalea, ed è altrettanto pensabile che la causa fosse la medesima. Nel frattempo, ho sviluppato una soglia di sopportazione del dolore parecchio alta, il ché mi porta a credere che dentro questo corpo, abiti una bomba atomica!
In tutti questi anni, ho imparato a vivere con il dolore, a stargli a braccetto e a fare come se questo non ci fosse. E’ un’ arte che ho appreso e sviluppato partendo dai malesseri fisici, applicandola poi anche a quelli emozionali. Un qualunque analista – a questo punto – mi farebbe una ola o, sapendomi consapevole eppure ancora invischiata, mi schiaffeggerebbe! Ci ho messo quarant’anni a capire il mio difetto di fabbrica, e nei prossimi quaranta mi piacerebbe essere in grado di risarcire la parte della me più lesa!
Ho scoperto nella pittura un buon canale. Non è molto, ma la considero un’ottima base di partenza.