qui e ora. e poi?
Temo che il precariato si stia diffondendo stile macchia d’olio infettando neuroni e coronarie del creato, in particolare nell’essere umano.
La lungimiranza è defunta. Seppellita, dimenticata.
Speranza e prospettiva? Buon senso, Educazione, Rispetto?
Si vive per il QUI e ORA.
A detta di alcune filosofie avrebbe anche un senso, se si considerasse il qui e ora in modo perpetuo e a livello globale.
Se ho 1 euro in tasca e decido di comprare una pagnotta perché ho fame, sono libera di farlo: entro in panetteria, chiedo una pagnotta, saldo il conto con l’euro che ho in tasca, esco e me la mangio.
Ora non ho più fame e il mio euro è qui con me, fin che cacca non ci separi.
Passano le ore. Il mio corpo ha assimilato e metabolizzato la pagnotta.
Ora, naturalmente, la fame si ripresenta. Metto la mano in tasca.
E’ vuota ed io ho fame.
Un commento
Manuela Unangoloinblu
come hai ragione! quante voplte mi sono detta la stessa cosa! purtroppo abbiamo la brutta abitudine di mangiare e di vivere in generale e molti sistemi esistenti nella nostra società ci rendono precari al di la della precarizzazione che subiamo per l’assenza di un contratto di lavoro e te lo dice una che era precaria sino a 5 anni fa, ma che continua ad esserlo anche se contrattualizzata in quanto per quanto di ruolo ho un contratto fuori da ogni regola pur basandosi sul contratto collettivo nazionale dei lavoratori pubblici…