…ARGOMENTAzIONI…
Un verbo che ho sempre amato molto è COMUNICARE.
Nella mia “sobria follia” vi sono infatti, parole che a primo impatto amo e, di conseguenza entrano immediatamente nel mio vocabolario abituale e altre che, invece detesto e quindi evito con tutta me stessa in quanto trovo che, richiamino un “non so che” di obsoleto.La seconda opzione è che non mi stiano semplicemente “simpatiche a pelle”!
COMUNICAZIONE evoca nella mia mente mille collegamenti (non a caso è stato argomento principe della mia tesina di maturità).
Fin da bambina, una volta acquisita la giusta confidenza con il mio interlocutore, sono sempre stata una gran chiacchierona e questo soprattutto tra i banchi di scuola, mi ha sempre creato diversi problemi (in realtà non a me, ma ai miei insegnanti! =) ).
Nonostante ciò, è una cosa di cui nei rapporti e di conseguenza nella vita non si può fare a meno!
Tengo a sottolineare che mi riferisco alla BUONA e SANA comunicazione verbale.
Un rapporto saldo, si fonda infatti, sulla FIDUCIA e sulle AFFINITA’ che derivano necessariamente dalla CHIAREZZA e dalla TRASPARENZA e come potrebbe essere diverso?
Perché doversi scervellare ed esaurire in supposizioni cercando una spiegazione nel comportamento, in una frase o in un gesto della persona che abbiamo accanto?
Non è forse più facile chiedere PERCHE’? Perché ti stai comportando così? Perché mi stai ferendo? Perché non mi comprendi?
PERCHE’ è la parola che i bambini in fase di crescita pronunciano di più in assoluto. Talvolta diventano “fastidiosi” in quanto i loro “perché” agli adulti pare non abbiano senso.
In realtà quello è l’entusiasmo di vivere, di imparare, di conoscere il mondo, la curiosità di capire cosa intendono e pensano le persone che lo circondano.
Mi sono sempre chiesta, soprattutto dalla comparsa del mio piccolo nipotino Samuel, quando un bambino smette di essere tale, ovvero quando si acquisiscono le inibizioni?
La vergogna, l’orgoglio, il disinteresse, l’egoismo, sono forse il risultato di tutti i “no” che gli adulti impongono ai loro bambini, magari senza neanche spiegargliene il motivo.
Bisognerebbe sempre conservare quel lato fanciullesco curioso ed entusiasta e acquisire la maturità necessaria per comprendere e se necessario chiedere SCUSA.